24 dicembre 2011

NO. 6 - Afterwords - vol 2

 

NO. 6 - Afterwords

[Novel] NO. 6 - Afterwords 

 Jump:

Volume 1 | Volume 2 | Volume 3 | Volume 4 |Volume 5

Volume 2 (tankobon)

Nel momento in cui leggete questa particolare pagina della storia, quale tipo di scenario si sta aprendo intorno a voi?
Cosa sta accadendo con le guerre, con la fame, con il mondo? Le uccisioni stanno ancora continuando? L'odio è ancora straripante? La gente è ancora piena di disperazione?

Voi credete nella parola "speranza"? Io ho sempre voluto avere fiducia in essa – che il mondo potesse essere riparato, che le persone sarebbero state capaci di gettar via le armi. Un giorno.

Scrivere storie per ragazzi non è altro che raccontare una storia di speranza – perchè non dovrebbe esistere nulla generato dalla disperazione.

Questo è ciò che ho sentito finora, ed obbedendo a tale convinzione, ho tessuto storie che parlavano di speranza, ma in modo vivace.

"Non sai nulla. Tu non sai cosa significa morire di fame, tremare per il freddo, gemere a causa di una ferita infetta perchè lasciata senza cure troppo a lungo; non conosci la sofferenza che segue quando quella ferita viene invasa dai germi, e cominci a marcire vivo; non sai come ci si sente nel vedere qualcuno morire davanti a te, mentre non c'è nulla che tu possa fare per aiutarlo. Non conosci una singola cosa. Stai solo blaterando belle parole."

"Stai solo cercando una via di fuga. Cercando un modo per non rimanere ferito."

"Le parole non sono qualcosa che puoi dispensare casualmente. Non puoi forzarti a dire qualcosa, e semplicemente sopportarlo. Ma di questo non sei consapevole. È per questo che non ho intenzione di fidarmi di te."

Le numerose dure parole che Nezumi ha scagliato contro Sion erano lame sguainate anche contro di me, aghi che trafiggevano il mio stesso corpo.

Sì: ho l'impressione di aver vissuto finora senza conoscere nulla, senza nemmeno cercare di conoscere. Non ho mai sofferto gravi malattie; non ho mai dovuto preoccuparmi del cibo per il domani; vivo una vita per cui non sono mai stata costretta a sentire nemmeno la più piccola scintilla di paura per l'essere spazzata via da mine o missili d'aria. Io amo la mia -in qualche modo -noiosa, ma pacifica vita. E questo di per sé va bene. Ma quando ho sollevato un po' la superficie di quella vita tranquilla, non ho potuto fare a meno di notare quanto sia strettamente connessa con quei paesi stranieri che mi sembravano così distanti; con la guerra e la fame che i popoli patiscono in quelle terre.

Gli individui sono sempre connessi alle proprie nazioni, e la nazione è sempre connessa al resto del mondo. È impossibile dividerli. E l'ho finalmente compreso.

È per questo che desideravo scrivere questa storia, indipendentemente da quello che avrebbe comportato. Insieme ad un certo ragazzo di nome Sion, desideravo allungare la mano e toccare anche io il mondo. Volevo scrivere di un'anima giovane e goffa che apre se stessa e il suo corpo, e riesce a comprende il mondo attraverso i dolori e le gioie con cui entra in contatto.

Ma onestamente, mentre scrivevo, diverse volte ho pensato che non sarei mai stata in grado di essere come Sion. Io non sarei capace di affrontare il mondo in quel suo modo onesto. Non potrei desiderare qualcuno con tanta intensità e serietà. Non sarei capace di tessere le mie parole con tanta sincerità. Avrei avuto paura di rimanere ferita, invece. Continuavo a tirare fuori convenienti scuse per me stessa. Non sarei mai stata in grado di supplicare con umiltà come ha fatto lui.

Avendo scritto la storia fino a questo punto, per qualche ragione mi sento più vicina alla sconfitta che alla soddisfazione.

Mi dispiace, eccomi nuovamente qui a lamentarmi. I più insicuri nelle loro posizioni sono quelli che parlano di più, e si lamentano maggiormente.

Comunque, la storia è in pieno sviluppo. Spero sinceramente che sarete in grado di apprezzare come Sion e Nezumi vivono, si muovono e realizzano la loro storia.

Non ho idea di cosa accadrà a questi due, nemmeno. Non sto tacendo di proposito: non riesco onestamente a predire quello che accadrà.

Ma di una cosa sono certa: so di non voler lasciare Sion un idealista capace solo di parlare; e non voglio fare di Nezumi un terrorista spinto solo dal puro odio. Non vorrei che accadesse una cosa simile, assolutamente. Quindi cosa avrei bisogno di fare per evitare che ciò accada? Cosa è necessario loro per sopravvivere, per evitare di "diventare nemici", come ha detto Nezumi una volta? So che devo pensarci con uno sguardo proiettato non sulla fantasia, ma sulla realtà. E questo deve significare concentrare i riflettori sulla bruttezza della nazione-stato, la fragilità dell'essere umano, il mio stesso servilismo, e di non distogliere mai lo sguardo.

E certamente, alla fine, desidero raccontare una storia di speranza – non alla leggera, con un sorriso gradevole sul volto, usando parole deboli e senza vita utili a malapena ad accontentare l'udito. Voglio parlare con parole in cui ho investito me stessa – potrei sussurrarle, per quello che valgono – ma desidero parlare di speranza, di quel tipo di speranza che ho afferrato con le mie stesse mani. È quello il tipo di scrittore che desidero diventare.

Non ho la confidenza di succedere in questo. Sono già consapevole di quanto impotente e incapace io sia. Ma per me, sembra non ci sia ancora altro modo se non quello di continuare a combattere a fianco di questi ragazzi.

Dedico la mia più sincera gratitudine e massima ammirazione al signor Yamakage Yoshikatsu del dipartimento editoriale di Kodansha, ma allo stesso tempo vorrei lamentarmi con lui, "è così estenuante questo lavoro." Ma so che probabilmente – no, certamente – mi risponderebbe con "è troppo modesta. Lei è una professionista. Almeno si accerti che Nezumi nè Sion ridano di lei. Suvvia, si faccia forza."

Bene, siamo giunti alla fine. La mia gratitudine alle seguenti persone (senza lamentele questa volta:) Mr. Kageyama Toru, per aver creato il mondo di No. 6 molto più realisticamente, molto più fantastico di tutto quello che la mia immaginazione sarebbe mai stata in grado di creare; e mister Kitamura Takashi, per aver conferito a No. 6 il suo peculiare splendore ed ombra attraverso la fotografia. Grazie.

Febbraio 2004
Asano Atsuko.


Volume 2 (bunko)

Per tutti voi che avete letto No.6 #2: prima di tutto, vi mando i miei ringraziamenti dal profondo del cuore.

Questa volta ho deciso di narrare dal punto di vista di Sion, e scrivere dal suo posto all'interno della città di No.6, guardando verso quel mondo esterno del West Block.

Quale tipo di immagine ha riflesso quel luogo nei vostri occhi e nei vostri cuori, lettori? Continuando a scrivere questa storia, mi trovo costantemente a fronteggiare la mia stessa ipocrisia, che può essere emozionalmente stressante a volte... no, lo è sempre. Come può qualcuno come me, che non ha mai provato cosa significa morire di fame o dal freddo, scrivere delle persone che vivono nel West Block?

Se non altro, è arrogante e irresponsabile; e per questa ragione non mi è mai piaciuto parlare di questa storia, e nelle occasioni in cui mi forzo ad aprir bocca, tutto quello che esce fuori sono lamenti e scuse. Sono mortificata.

Ma anche così, per me, i ragazzi (e ragazze) di quest'età sono affascinanti, figure verso cui nutro una profonta attrazione. Desidero così tanto sapere come vivranno in questo mondo, che invece di imparare dai miei errori, continuo arrogantemente e irresponsabilmente a scrivere una storia come No.6. Ospitando sia gioia che paura nel mio cuore, sapendo che questo libro verrà visto e letto da più persone in questa sua forma di bunko, penso mi piacerebbe vivere accanto a questi ragazzi e ragazze ancora un po'.

Grazie davvero, davvero tanto per la lettura.

Febbraio 2007
Asano Atsuko 



Indice Novel

Volume 1 | Volume 2 | Volume 3 | Volume 4 |Volume 5

3 commenti:

  1. Molto bello. .
    Questa donna non si rende neanche conto di quanto sia magnifica. Il porsi così tante domande e pensare di essere "ipocrita" io penso che vada bene scrivere su cose che non si sanno se poi si riesce a mandare un messaggio. Forse come dice lei non ha mai vissuto come Nezumi e gli altri ma sa esattamente cosa significa,riesce a comprenderlo ed a esprimerlo nel migliore dei modi ma non lo capisce. Vorrei davvero farle arrivare tutti i miei apprezzamenti e sono momenti come questi che mi dico "perché diavolo non sono giapponese?" come se poi solo essendolo potesse davvero far si che la mia gratitudine le arrivi. Ah,sono proprio un idiota a volte.
    Grazie per aver tradotto anche questo ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. è per questo che ho voluto tradurre anche le postfazioni (peccato che ci sono solo fino al volume 5...). Ti forniscono una chiave per leggere meglio il mondo che la Asano immaginava per la sua novel. Vedere la realtà attraverso i suoi occhi, le sue sensazioni, i suoi dubbi e il suo senso di inadeguatezza...
      gli insegnamenti che mi ha dato, a livello di vita, questa storia, sono così tanti che mi rattrista venga catalogata e indirizzata solo come l'ennesima storia "yaoi"....

      Elimina
    2. Ti capisco,molte opere non vengono capite e apprezzate. Ma penso che chi riesca a fare tesoro di cosa legga sia il tipo di persona più fortunata di questo mondo :)

      Elimina