19 novembre 2012

Capitolo 39 parte prima

Volume 9
***
Dunque questa era No. 6
Questa era Elyurias.
***
Capitolo 1
Ciò che affermo di aver visto.
Mio grazioso signore,
Io dovrei riferirvi ciò che affermo di avere visto,
Ma non so come fare. [1]
-Macbeth, Atto V Scena V

  Stavano precipitando. Cadevano quasi perpendicolarmente.
  Più velocemente di quanto Shion avesse immaginato. Sapeva fosse impossibile, ma aveva l’impressione di udire il suono del vento. Lo stesso di quella notte di tempesta.
  Era il 7 Settembre 2013 – il giorno del suo dodicesimo compleanno. La Città Santa era stata colpita da un uragano. La pioggia martellante al suolo, il vento che ruggiva furioso. Gli alberi del giardino oscillavano selvaggiamente, rami carichi di foglie venivano strappati via e trasportati dal vento. C’era un violento ed esteso uragano, di quelli che non si vedevano da diversi anni. Ma era certo che nessuna creatura vivente a Cronos si sentisse minacciato o ansioso. Anche per Shion e sua madre Karan era lo stesso.
  Quella era No. 6. Una città utopica, il risultato della saggezza e della più avanzata tecnologia umana. E in una simile utopia, Cronos occupava la più prestigiosa posizione tra i lussuosi quartieri residenziali, una città in cui solo ai prescelti era concesso vivere. Semplici disastri naturali come quello, non avrebbero mai potuto turbarne l’equilibrio.
  Tutti ne erano convinti senza il minimo dubbio. Gli era stato permesso di farlo.
Quella notte di tempesta aprii la mia finestra.
Per quale motivo? Se lo domandava spesso. Per quale ragione aprii quella finestra? Perché ero incitato da quella natura impazzita? Mi spingeva un violento impulso? Per quale ragione? Di certo ho aperto la finestra e ho urlato con tutte le mie forze, gridando come per gettare fuori tutta la rabbia. Se non lo avessi fatto, avevo l’impressione che sarei andato in pezzi. A modo mio, temevo sarei stato intrappolato e addomesticato da No. 6.
Una paura indefinita – forse qualcosa che tu non hai mai conosciuto, Nezumi.
  Mi sembrava di soffocare. Avevo paura, volevo gridare.
Ecco perché ho aperto la finestra – no?
  No.
  Non è questo.
  Tu mi hai chiamato.
  Io ho udito quella voce – la tua voce – che mi chiamava.
  La tua voce, che strisciando nel vento e correndo tra la pioggia, mi ha raggiunto.
  Mi hai chiamato, ed io ho udito la tua voce.
  Ecco perché ho aperto quella finestra. L’ho spalancata verso l’esterno.
  Ho esteso la mia mano alla tua ricerca.
  Rideresti di me? Ti prenderesti gioco di me, con quel sorriso che toglie il fiato ad adornarti il viso? Scuoteresti il capo esasperato in quel tuo modo elegante?
  ’Fantasie sconclusionate. Un intollerabile massa d’imbarazzanti sciocchezze, prodotto a basso costo del tuo stesso autocompiacimento, come il lavoro di un artista mediocre’ – sono queste le parole che mi riverseresti addosso? Probabilmente sì. Ridi pure, se vuoi. Credi anche si tratti di mie illusioni; non importa.
  Ma è la verità.
  Mi hai chiamato, ed io ho udito la tua voce. Ho proteso la mano e tu l’hai afferrata. Ho aperto quella finestra perché potessi incontrarti.
  È questa la verità su di noi, Nezumi.
  Un rumore gli risuonava nelle orecchie. Non era il turbinare del vento, ma il suono di qualcosa che scivolava lungo tubature di plastica. E se non fosse stato uno scivolo per rifiuti, ma una via di fuga per l’Inferno?
  All’improvviso la sua coscienza cominciò a offuscarsi. Ogni ferita sul corpo si era fatta calda e pulsava. Le forze lo stavano abbandonando.
Andare all’inferno… non sembra così male se sono con te. Dovrei smettere di resistere? Perché non smettere semplicemente di sforzarmi, di combattere, di cercare di vivere?
  Se svenissi ora, sarei libero da questo dolore, da questa stanchezza.
Shion chiuse gli occhi. L’oscurità gli si diramò davanti.
Così…proprio così
  ”Ugh,” il gemito di Nezumi gli trafisse i timpani come un fulmine che squarcia il cielo notturno, dissipando l’oscurità dalla coscienza.
Dannazione. Shion si morse le labbra dolorosamente, rimproverandosi duramente. Razza d’idiota, cosa diavolo stavi pensando? Non puoi darti per vinto proprio ora. Vivi, devi sopravvivere. C’è un posto a cui dobbiamo fare ritorno, dobbiamo raggiungerlo a qualunque costo.
  Aveva fatto quel giuramento. Aveva giurato a se stesso che avrebbe protetto Nezumi fino alla fine, e sarebbero sopravvissuti insieme a quella prova.
  La presa gli sfuggì di mano, il palmo era impregnato dal sangue di Nezumi. Un topolino nero fece capolino dalla tasca, cominciando a correre lungo la parete del condotto. Non stava cadendo, stava sicuramente correndo.
Conto su di te, Tsukiyo. Dì ad Inukashi che siamo vivi.
  Digrignando i denti, Shion puntò entrambi i piedi contro la parete. Sentiva le ossa scricchiolare sotto il peso. In qualche modo la velocità di caduta diminuì. Le ossa continuavano a scricchiolare come se stessero gridando di dolore.
Dannazione, non mi arrenderò ancora. Shion si morse le labbra ancora più forte. Non avvertiva il sapore del sangue, la lingua era già abituata al suo gusto metallico.
Inukashi – Aiutaci, Inukashi.
  Inukashi!
  Rikiga scoppiò in un attacco di tosse, riprendendo fiato a fatica.
  ”Inukashi, non ce la faccio più. Sono al limite.”
  ”Limite di cosa?” Disse Inukashi conciso.
  ”Non respiro, stai pensando di soffocarmi?”
  ”Cosa ci guadagnerei soffocandoti, vecchio? Mi lascerai una grossa eredità? Il massimo che potresti lasciare sarebbe una pila di bottiglie vuote.”
  ”Hmph. Come se ti lascerei anche quelle.”
  Ma anche lamentandosi, Rikiga non tentava di fuggire. Continuava ad ammassare i materassi sotto l’ingresso del condotto rifiuti. Con ogni materasso aggiunto, era colto da una fitta di tosse, ansimava e starnutiva, e si lamentava ancora di più.
  Il fumo aveva ormai saturato la stanza di Controllo Igiene, l’area di raccolta non faceva eccezione; era quasi avvolta completamente in una spessa e grigia cortina. I cani erano distesi sui loro stomaci, i respiri affannosi. Anche i piccoli topini che squittivano l’un l’altro fino a un attimo prima, erano ora accoccolati insieme immobili.
  Il limite – Rikiga aveva ragione, il limite era vicino. Lo stesso Inukashi stava soffocando per il fumo e l’aria non passava bene per la gola. Il suo cuore batteva all’impazzata.
Fa male.
  Ho il fiato bloccato in gola.
  Ma non si trovava ancora in una condizione miserabile. Non era disperato, anzi, una parte del suo cuore stava battendo in trepidazione.
Che diavolo è questo fumo? E quell’aria calda che mi raggiunge di tanto in tanto? E quell’incessante brusio che arriva assieme a quei boati?
  Un chiaro annuncio di distruzione. Il Penitenziario sta sollevando al cielo i suoi ultimi gemiti.
Diverse volte aveva provato il desiderio di abbaiare dalla felicità, ringhiare e ululare fino a quando la sua gola non avesse cominciato a tremare. Solo una volta aveva provato ad allargare la bocca, ma era quasi soffocato per il fumo entrato in bocca.
  Si leccò le labbra, continuando a trascinare i materassini. Se non posso abbaiare, posso almeno leccarmi le fauci.
  Ciò che credeva indiscutibile si stava sgretolando davanti ai suoi stessi occhi.
Guardate qui. È questo il significato della vita, Nezumi? Shion? Se è così, ragazzi, mi avete insegnato cosa significa sentirsi realmente vivi. Non sai mai quello che succederà. Non c’è nulla di assoluto in ciò che crea l’uomo.
  Ma non vi ringrazierò; mi avete causato troppe seccature, non aspettatevi nemmeno una parola di gratitudine dalla mia bocca.
  Ma una lode almeno ve la meritate, i miei più vivi complimenti. Non avrei mai immaginato poteste rivelarvi decenti quasi quanto i miei cani. Davvero impressionante. Ho una nuova stima per voi. Sono impressionato – solo un pochino.
Il fumo gli assaliva gli occhi, la gola e le narici. Una lacrima scivolò giù lungo le guance. Era solo il fumo che gli pizzicava gli occhi.
Voi due tornate indietro, mi avete sentito? O non potrò farvi nessun complimento. Sbrigatevi, fino a quando posso ancora respirare. Sbrigatevi.
Inukashi! Si sentì chiamare da qualcuno. Alle sue spalle Rikiga, inginocchiato al pavimento, si reggeva un fazzoletto bianco sulla bocca, la schiena piegata scossa dalla tosse.
  ”Chiamato?”
  ”—Che?”
  ”Mi stavi chiamando, vecchio?”
  ”Perché dovrei… farlo?” Domandò Rikiga ansimante. “Vorresti che ti dessi… un ultimo bacio per caso?”
  ”Piantala immediatamente, fa impressione persino come scherzo.”
  ”Ho passato il punto… di preoccuparmi… se faccia o no impressione. Davvero, non... resisto più.”
  ”Un peccato. Hai la mia solidarietà, vecchio. Ma è un po’ troppo tardi per redimerti dai tuoi peccati, un uomo corrotto come te non potrebbe vederlo nemmeno da lontano il Paradiso, non importa quanto ci provi.”
  ”Dannazione… mi stai prendendo ancora in giro… eh?”
  Ci furono delle esplosioni, e nuovo fumo si riversò nell’ambiente. Un cane dal manto maculato sollevò il capo, i suoi occhi pieni di terrore, eppure non accennava a muoversi. Nessun cane provava a fuggire.
Stanno aspettando i miei ordini. Attendevano i comandi Inukashi, combattendo la propria paura di morire. Un cane non abbandona mai il suo padrone, né mai lo tradisce.
Non posso ucciderli così.
  ”Andate.” Disse indicando la porta d’ingresso. “Scappate da soli.”
  Ma nessuno dei cani si alzò in piedi, continuando invece a fissarlo distesi.
  ”Cosa? Ho detto di andarvene. Uscite immediatamente di qui, presto.” Disse, incrociando lo sguardo del cane maculato. I suoi occhi erano sereni. Ogni traccia della paura di prima del tutto svanita.
  ”Capito…” Non intendi muoverti senza il tuo padrone.
  ”E a me… non lo dici?” disse Rikiga tossendo e ansimando. “Non dici anche a me… di fuggire?”
  ”A te? Puoi andartene quando vuoi. Non serviresti a niente comunque, restando.”
  ”Inukashi.”
  ”Cosa?”
  ”Intendi… morire qui?”
  ”Morire? Perché dovrei?”
  ”È praticamente… impossibile che quei due… Shion ed Eve… possano tornare indietro. Sommettere su una piccolissima possibilità… e scegliere di restare… sarebbe come scegliere di suicidarsi.”
  Io suicidarmi? Impossibile. È più facile che cielo e terra si capovolgano del tutto, piuttosto che io possa togliermi la vita. Mi perderei uno spettacolo visibile una volta sola nella vita. La distruzione del Penitenziario era solo l’inizio, un semplice preambolo. La devastazione di No. 6 stessa è ciò che seguirà dopo.
  No. 6 stava cadendo a pezzi.
  Potrei vedere quel momento coi miei stessi occhi, e mi dici che vorrei morire? Vorrai scherzare. Vivrò per vedere l’ultimo respiro di No. 6, puoi scommetterci. Mi godrò l’atto finale, fino all’ultima battuta.
  Heh heh heh.
  Una risata spensierata gli era risuonata nelle orecchie. No, non nelle orecchie, direttamente nella testa. Era gioiosa e spensierata, ma al contempo gelida.
  ”Chi è stato?”
  Il suo sguardo vagò istintivamente intorno, e per un istante vide un’ombra nera passargli davanti.
  Un insetto?
  Così come era apparsa, svanì presto, inghiottita dal fumo. La risata cessò. Un’allucinazione? È impossibile che un insetto possa volare in questo fumo.
Un brivido gli corse già lungo la schiena.
  Schreech, screech, chit-chit!
  Cheep-cheep-cheep-cheep-cheep. Squeak!
  All’improvviso i topi cominciarono ad agitarsi. Gridavano ancora più forte di prima, correndo in cerchio in cima ai materassi.
  Inukashi trattenne il respiro.
  Un piccolo oggetto precipitò fuori dal condotto. Non era immondizia. Si trattava di un piccolo topino nero.
  ”Tsukiyo.” Provò a chiamarlo. Il topolino nero balzò in aria, puntando dritto verso di lui e allacciandosi velocemente al suo braccio esteso, squittendo insistentemente.
Cheep cheep cheep cheep! Cheep cheep cheep cheep!
  Era senza dubbi Tsukiyo, lo stesso topino a cui aveva ordinato di raggiungere Nezumi. Sentiva il sangue ribollirgli nelle vene, il corpo farsi improvvisamente bollente.
  ”Ehi, svegliati, vecchio.”
  ”Eh?”
  Ancora accasciato a terra, Rikiga battè le palpebre lentamente, gli occhi rossi e velati, il volto fuligginoso e i capelli arruffati. Sembrava fosse invecchiato di dieci anni abbondanti.
  ”Stanno tornando.”
  ”Eh?”
  ”Stanno tornando. Trattieni i materassi.”
  ”G-giusto.” Rikiga balzò in piedi in un movimento sorprendentemente fluido.
  Il vento stava ululando.
  Non appena afferrarono i materassi, avvertirono un pesante impatto. Il materasso sprofondò potentemente, facendo quasi volare in aria il corpo leggero di Inukashi. Gli ci volle tutta la forza in corpo per evitare di finire sobbalzato altrove.
  Aveva istintivamente chiuso gli occhi, ma li aprì lentamente. Una matassa di corpi intrecciati giaceva davanti a lui.
  ”Shion, Eve!” urlò Rikiga prima che Inukashi potesse parlare. “State bene? Hei! Siete tutti interi?”
  ”Gh…” un braccio di Shion sussultò. Una porzione dei capelli bianchi era ricoperta di sangue. Sangue scorreva dalla spalla e dalla gamba. I suoi abiti erano strappati, lacerati e pendenti in più punti. Inukashi non capiva se le macchie scure che li ricoprivano fossero sangue o sporco.
Terribile. Ad occhi spalancati, Inukashi deglutì la sua stessa saliva, che sapeva di fumo. Siete ridotti a un disastro. Persino un morto avrebbe un aspetto migliore uscendo dalla tomba.
  ”…Inukashi.” Shion sollevò il busto, volgendo il volto verso Inukashi. Le guance erano rigate – non sapeva se di sudore o lacrime, ma avevano lasciato evidenti segni sulla pelle.
  ”Shion, siete vivi.” Ce l’avete fatta, siete tornati sani e salvi.
  ”Inukashi, salva Nezumi…”
  ”Nezumi? Cosa gli è successo? Che—“ Inukashi fu a malapena in grado di trattenere un grido che minacciava di sfuggirgli dalla gola.
  Nezumi giaceva sul materasso, completamente fermo e immobile. I suoi vestiti erano sporchi di una macchia nero-rossiccia, che correva dalla spalla fino al torace, ed emanava un forte odore di sangue.
  ”Nezumi, hei, che cosa succede?” Domandò Inukashi esitante, non ottenendo nessuna risposta. Sul volto pallido e esangue, solo le labbra erano di un rosso vivido. Per Inukashi non sembravano affatto umane. Nezumi aveva sempre avuto un volto in qualche modo non di questo mondo, ma il viso davanti a lui era quello di una bambola di porcellana. Un’opera d’arte abilmente e meticolosamente realizzata.
Ma le bambole non sanguinano.
  ”Un ospedale – presto,” urlò Shion, come forzando la voce fuori dalla gola. All’improvviso, l’ennesima esplosione scosse l’edificio dalle fondamenta. L’intera stanza tremò per l’impatto. C’era un leggero spiffero d’aria che proveniva da qualche parte, facendo vacillare e assottigliando lievemente il fumo. Le vibrazioni del terreno non cessavano.
  ”Dobbiamo uscire di qui! Questo posto crollerà da un momento all’altro!” Gridò Rikiga, strappando Nezumi dalle braccia di Shion e issandolo sulla spalla.
  ”Shion, riesci a correre?”
  ”Sì.”
  ”Bene allora, correte. Fuori di qui.”
  L’ennesimo suono, ancora più violento del precedente, risuonò per la stanza e la porta del Penitenziario venne spazzata via.
  ”Correte, correte! Non resisterà ancora a lungo!”
  Rikiga si lanciò in corsa, trasportando di peso Nezumi. Tsukiyo si tuffò nella tasca di Shion, mentre gli altri due topini, Amlet e Cravat, si allacciavano alla schiena di uno dei cani.
  ”Fuori, dannazione! Fuori di qui!” Le urla di Rikiga piovevano violentemente su di lui.
  La schiena era rovente. Inukashi si voltò a fissare le fiamme che occupavano la sua visione. Al di là della porta sbalzata via, il Penitenziario era in fiamme.
La porta che collegava la stanza di Manutenzione Igiene e il Penitenziario spazzata via? Non doveva essere di un materiale indistruttibile persino per un missile? Ed è stata spazzata via come niente?
  Per meno di un secondo rimase immobile dallo stupore. Le fiamme serpeggiavano davanti ai suoi occhi, come un mostro color cremisi che si contorceva al pavimento. Si contorceva e dimenava verso il corpo del cane nero, fino a inghiottirlo completamente nelle fiamme. Lo stesso cane che era morto per proteggere Inukashi, ma il ragazzo non aveva potuto dargli un funerale adeguato.
Mi spiace.
  ”Inukashi, sbrigati!” Shion lo afferrò per il braccio.
  ”Fuori, fuori! Dobbiamo uscire fuori di qui!” Rikiga continuava a strillare. Sembrava che le sue grida si tramutassero nell’energia per andare avanti. Inukashi incalzato dal caldo e dall’aria bollente alle sue spalle, si gettò quasi letteralmente fuori dall’edificio. Aria fresca gli riempì finalmente i polmoni.
Oh, posso finalmente respirare.
  ”Non ancora. Non possiamo ancora fermarci. Continua a correre.” La stretta di Shion si rafforzò, trascinando. Inukashi veniva trascinato per il braccio. Il terriccio scricchiolava sotto i suoi piedi.
  ”Ow! Shion, mi fai male! Fermati –“ Inukashi si ammutolì di colpo. I suoi occhi avevano incrociato quelli di Shion.
  Quegli occhi, scuri con una sfumatura violacea, erano gli stessi di sempre, completamente immutati. Arrossati e con le palpebre gonfie, ma erano senza dubbio gli occhi di Shion.
  Eppure Inukashi chiuse la bocca e sentì il corpo irrigidirsi. Non sapeva il perché, ma il ragazzo davanti a lui che gli diceva di fuggire, sembrava un perfetto sconosciuto. Qualcuno che non conosceva affatto.
No. Questi non sono i suoi occhi. Shion, cosa ti è successo?
  Ma la confusione e il presentimento svanirono immediatamente. Shion aveva ragione – non poteva ancora lasciarsi cadere sulle ginocchia. Il suo istinto continuava a suonare in allarme, una sensazione fisica molto più affidabile di qualunque dispositivo di sicurezza di ultima generazione.
Fuori di qui, corri. Fuori di qui.
  Inukashi balzò in piedi, cominciando a correre con tutte le forze. Alle sue spalle poteva sentire il ruggito di una bestia. Sì, quelle non erano semplici esplosioni. Un mostro stava ululando, lanciando fuori tutta il suo frenetico furore.
Fuori di qui, corri. Fuori di qui.
Corri e sopravvivi.
  Tsukiyo, che si era arrampicato fuori dalla tasca di Shion, era aggrappato al suo collo, e fissava Inukashi con i suoi piccoli occhietti circolari spalancati.
In qualche modo, fai tenerezza.
  Cani e topi possiedono occhi simili, ed esseri innocenti come loro li trovava in qualche modo adorabili. Il pensiero di Inukashi tornò al piccolo Shion. Il suo pensiero non lo aveva abbandonato per un attimo, ma lo aveva spinto in un angolo del proprio cuore, così da non mettersi a pensare a lui in un momento delicato.
  Anche il piccolo Shion era innocente. Così piccolo, eppure con così tanto dentro di sé.
I cani se la staranno cavando benone. L’ho affidato ad un cane che ha partorito e cresciuto una decina di cuccioli. Oltre lei, ci sono altre premurose femmine in attesa. Ora starà probabilmente dormendo, protetto dalle sue amorevoli nutrici.
  ”Shion, bambino mio,” mormorò. Nello stesso momento, vide scomparire Rikiga, che correva davanti a lui, accompagnato da un grido e dal suono di un corpo che cadeva.
  ”Whoa!” Anche Shion cadde a sua volta sul corpo di Rikiga, portando con sé anche Inukashi subito dopo. Il dolore attraversò Inukashi fino nel profondo.
  Non riusciva nemmeno a parlare. Disteso con lo stomaco a terra, poteva solo tirare piccoli respiri mozzati. Sentiva il gelido suolo contro la guancia. Era piacevole. Non la glaciale sensazione dell’inverno, ma un freddo che serbava in sé un leggero calore e morbidezza.
  La primavera stava arrivando. Una tarda primavera stava giungendo finalmente nel West Block.
  No. 6 era probabilmente fornita di abbondanti parchi fioriti e strade bordate di numerosi alberi di ciliegio, ma sarebbe stato praticamente impossibile trovare anche un singolo albero in fiore nel West Block. Eppure le erbacce che crescevano ai margini delle strade schiudevano fedelmente i loro petali di anno in anno. Generalmente i fiori, non essendo commestibili, non suscitavano alcun interesse o intrigo per Inukashi, ma di tanto in tanto, riuscivano in qualche modo a tirare una corda nel suo cuore.
Oh, sono sopravvissuto a un altro inverno, avrebbe pensato. Poi, per un flebile istante, in una parte remota della sua mente vedeva i volti di coloro che erano morti congelati quell’inverno – l’anziana mendicante con cui era famigliare; l’uomo che si era trattenuto per un pezzo presso le rovine; quella donna così magra che era difficile comprenderne l’età – ma tutti scomparivano velocemente così come erano apparsi.
  La primavera stava arrivando. Sarebbero di nuovo sorti quei fiori ai bordi delle strade?
  ”Nezumi,” Esclamò Shion senza fiato, sollevando il busto e trascinandosi accanto a lui, strisciando. “Nezumi, Nezumi. Riesci a sentirmi? Nezumi—“
  Inukashi si sollevò a sua volta. Erano distesi all’ombra di alcuni arbusti. Quanto tempo era trascorso da quando si era nascosto proprio nello stesso luogo, assistendo alla scena di Getsuyaku che veniva colpito a morte?
  Aveva l’impressione fosse accaduto solo qualche minuto prima, ma allo stesso tempo un centinaio di anni addietro.
  ”Nezumi, apri gli occhi. Siamo fuori. Siamo riusciti a lasciare quel luogo.”
  La voce di Shion era simile al vento che fischiava attraverso le rovine. Una voce malinconica e afflitta, che gelava i cuori e le orecchie di chiunque l’ascoltasse.
  Inukashi lanciò un’occhiata al volto di Nezumi oltre Shion, comprimendo le labbra in una linea serrata.
È morto? La domanda gli portò in su le labbra, minacciando di fuggire all’esterno. Shion, Nezumi è davvero morto? O fa solo finta? Che ruolo sta recitando? Macbeth, Amleto o qualche altro strano nome che è solito nominare?
  Hei Shion. Non dirmi che Nezumi è davvero
  ”Gh—“ Le palpebre di Nezumi tremarono debolmente.
  ”È vivo,” Gridò Shion, sollevando Nezumi tra le braccia. “È Vivo! Presto, all’ospedale!”
Sì, sei sicuramente vivo. Non mi freghi, Nezumi. È impossibile che possano farti fuori tanto facilmente.
  ”Vecchio, sbrigati.”
  ”—Lo so, ma—“
  Rikiga si portò la mano alla bocca, infilando la testa tra i cespugli. Subito dopo vennero raggiunti da chiari suoni di conati di vomito.
  ”Idiota! Non è il momento di vomitare! Datti una mossa, cazzo!”
  Inukashi afferrò l’uomo per la cintura dei pantaloni, trascinandolo fuori dai cespugli. Quasi in risposta, fiamme ancora più intense eruppero dalla finestra del Penitenziario, gettando pallide luci sull’ambiente circostante. Una spessa coltre di fumo nero si dirigeva verso il cielo, oscurando la luce delle stelle.
  Queste fiamme, saranno visibili da No. 6? Cosa staranno pensando i residenti del West Block guardando questo fuoco che divorano la notte?
  Guardate, sta cadendo. Un luogo che ha sempre significato l’Inferno per tutti noi sta collassando. Spazzato via in un lampo, ancora più veloce del nostro mercato.
  Rikiga si alzò in piedi su passo instabile, pulendosi la bocca col retro della mano, e asciugandosi il sudore sulla fronte.
  ”Perché devo… devo sopportare tutto questo? E poi, sapete, io—“
  ”Basta con le cazzate,” lo interruppe Inukashi. “Nessuno ti sta ascoltando. Se hai tempo di brontolare e piagnucolare, metti in moto la macchina.”
  ”Per andare dove?” Urlò Rikiga in preda all’ira. “Allora, Inukashi? Rispondimi? Dove potremmo portare qualcuno ridotto a quelle condizioni prima che sia bello che morto? Rispondimi, voglio proprio vedere se ci riesci! Se puoi darmi una risposta, ragazzino, ti porterò ovunque diavolo vorrai.”
  Inukashi tirò in dietro il mento, cadendo in silenzio. Non poteva rispondere.
  Non era intimidito dall’esplosione rabbiosa di Rikiga. Non sapeva davvero cosa rispondere. ‘Un ospedale’, aveva detto Shion, ma non esistevano strutture mediche nel West Block. È vero, c’erano squallidi stregoni e discutibili negozi di medicina, ma erano stati tutti spazzati via durante la Caccia. Ma anche se fossero stati ancora in piedi, dubitava sarebbero potuti essere di grande aiuto.
  Rikiga proseguiva con la sua furiosa invettiva.
  ”Qualcuno che ha perso tutto quel sangue avrà bisogno di una gran quantità di attrezzature mediche. Dove pensi potremmo trovarle, huh? Certamente non qui. Potresti perlustrare anche l’intero West Block, non troveresti una singola dannata siringa. Dovresti saperlo bene anche tu, Inukashi.”
  Inukashi fissò Nezumi. Le sue labbra erano leggermente schiuse. Respirava, ma–
È proprio la fine, huh? Sentì la forza nelle gambe venir meno, aveva l’impressione di essere sul punto di cadere. Ci siamo, Nezumi. Non c’è nient’altro che possiamo fare.
-Continua-


5 commenti:

  1. Mmm... Diciamo che ho rimurginato parecchio su questo commento prima di pubblicarlo ma credo che sia doveroso farlo!! ^^
    Grazie per la traduzione di questa Novel, un grazie immenso per questo lavoro complesso che dedichi a noi appassionati di NO.6
    E' da pochissimo tempo che ho scoperto NO.6, forse un paio di mesi, non so girovagavo su internet alla ricerca di qualche anime nuovo da vedere e mi è capitato di leggerne la trama.
    Incuriosita dalle storie post - apocalittiche e vedendo solo 11 episodi mi sono detta: Proviamo!
    Non avrei mai pensato che poi in me si sarebbe generato un tale amore per NO.6, la storia e i personaggi mi hanno terribilmente presa tanto da farmi divorare l'anime... ma ad ultima puntata conclusa poi mi sono sentita insoddisfatta e dentro di me avevo miliardi di domande: Perchè Nezumi se ne è andato via così? Chi è Elyurias? Perchè la bambina nell'episodio finale (Lili) prova tutta quella inquietudine?
    Insomma, dovevo dare una risposta a quelle domande e così ho iniziato a fare delle ricerche per capirci di più, fino a quando non ho scoperto che in realtà l'anime che avevo visto era tratto da un "romanzo" e che il tuo blog lo traduceva in italiano.
    Ergo, ho iniziato a divorare pure le traduzioni! xD
    E capitolo dopo capitolo mi sono sempre più resa conto di quanto fossi stata "sfortunata" -diciamo così- ad aver visto prima l'anime invece che la novel.
    Vorrei spendere a questo punto due paroline sui personaggi principali.
    Su Shion, la sua controparte animata mi aveva colpito per quella sua estrema bontà d'animo ma poi mi aveva lasciata interdetta per quel cambiamento così radicale. Qui nella Novel l'ho trovato più umano e anche più caratterialmente forte, pur mantenendo la sua bontà l'ho anche ritrovato più calcolatore. Dalla parte dove vengono catturati e la infiltrazione nel Penitenziario ho iniziato piano piano a capire il suo mutamento che ha poi raggiunto il culmine con l'uccisione di Rashi. Nell'anime invece succedeva tutto troppo in fretta per capirlo.
    Riguardo a Nezumi è il personaggio che più apprezzo, nella novel è crudele e spietato mentre nell'anime è stato praticamente ammansito. A volte sembra una contraddizione, quello che dice e quello che fa poi. Devo dare atto però che nell'anime averlo reso un attore che recita ruoli femminili gli dona qualcosa in più. xD
    Vorrei spendere anche due paroline su Safu, premetto che lei è sempre stato un personaggio per me indifferente nell'anime. Assomigliava tanto ad un anello sacrificale. Innamorata del protagonista e immolata pure. Stereotipata pensavo.
    Qui nella novel mi sono completamente ricreduta!
    Mi ha colpito quella scena all'inizio dove chiede "quella cosa" a Shion in "quel modo" e poi inizia tutto quel battibecco sulla inseminazione artificiale, approvata dalla Città...
    Ecco, questo nell'anime non era riportato... ma nella novel la scena mi aveva diciamo un pò "schockata" così mi sono fermata qualche minuto buono a riflettere. E sono arrivata alla conclusione che i ragazzi elite come Safu sono abituati ad esprimere i propri sentimenti in un modo sempre così "scientifico" -perchè chi è elite ha piene possibilità di diventare dottore, scienziato, ricercatore ecc.. ecc..- e non possano che conoscere quell'unico modo per "ottenere le cose". Magari, la mia visione è sbagliata visto che successivamente Safu stessa riesce a dire "ti amo" a Shion sinceramente ma lo faceva tramite l'id card e quindi non si trovava direttamente davanti all'interessato.
    Oh insomma, ci sarebbe troppo da dire, su questa Novel...
    Però mi sentivo in dovere di lasciare questo commento di ringraziamento! ^.^
    Continuerò a seguire il tuo blog per leggere piano piano le traduzioni. Buon lavoro <3

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ciao e grazie del commento, adoro le analisi sui personaggi. Sono daccordissimo con tutto ciò che hai detto riguardo i cambiamenti effettuati dallo staff dell'anime rispetto alla novel. Nezumi è una persona molto più insicura e provata nella novel, per lungo tempo a un passo dal baratro che lo avrebbe portato ad essere allo stesso livello di quella no.6 che odia. Shion dal canto suo non ha mai permesso veramente al vero se stesso di venire fuori, così soffocato dalla città. è più è meno passivo, risponde a tema, ed è molto più forte e reattivo della sua controparte animata.
      Riguardo Safu, la cosa che mi è venuta da pensare mentre leggevo le tue partole era... no.6 è stata la prima opera distopica a cui mi sono avvicinata, ma una volta aver provato a leggere anche altri libri sullo stesso tema, è diventato piuttosto chiaro quali sono i punti di forza per abbattere la personalità dei cittadini, e il concetto d'amore è uno di questi, insieme alla cultura. Tuttavia, sarà che no.6 è ancora giovane, ancora composta da gente che ha conosciuto la libertà dei sentimenti, questo processo di intorpidimento non è ancora del tutto radicato, così coloro che hanno conosciuto amore trovano ancora il modo di rivolgerlo verso il prossimo, anche se possono ignorare come.
      Grazie ancora del commento, alla prossima^^

      Elimina
    2. Che sbadata! Ho inviato il commento senza nemmeno firmarmi!!! ^.^
      In effetti, il tuo ragionamento su Safu è giusto. Ecco, una critica su questa "fantastica Città Utopica" secondo me è che è venuta su troppo in fretta, ma davvero troppo. Non so, se provassi a fare un pò di calcoli basandomi su quello che il vecchio Rou rivela e tenendo conto della giovane età di Karan allora (mettiamo come età 18 anni?), quando la costruzione della città è ancora all'inizio, quanti anni saranno passati da allora? Non viene specificato praticamente nulla... Shion ha 16 anni adesso e sicuramente sua madre non arriva ancora alla cinquantina -o almeno questo è ciò che penso sull'età di Karan visto che non viene specificato-, mi viene da pensare approssimativamente 25 anni. Io non sono molto ferrata sull'argomento che tratta di società dispotiche, ma mi sembra un lasso di tempo davvero breve per aver fatto nascere una Citta in così breve tempo e averla resa quello che è. Evidentemente, i fondatori cercavano di velocizzare troppo le cose non curandosi delle cose veramente importanti. Come quando viene accennato al muro che separa NO.6 dal "mondo reale" -citazione di Nezumi xD- se non erro viene praticamente detto che "è saltato fuori così, dal nulla"
      Diamine, se dovessi mettermi a ragionare su queste cose, potrei perderci un intera giornata! Perchè in effetti, viene spiegato tanto... eppure sembra anche che non venga spiegato nulla!! Chissà se la Asano l'ha fatto apposta per lasciare tutto all'immaginazione? xD
      Stavolta mi firmo, almeno se commenterò le prossime traduzioni -e credo che lo farò eccome, ormai sono una NO.6 addicted xD- sai che sono sempre io!!! X°D
      -SACCHAN-

      Elimina
  2. Benevenuta Sacchan; mi piace il tuo commento; alcuni pensieri mi rispecchiano.
    Grazie Annamirka per il tuo lavoro...anzi grazie anche ad Akira che collabora con te.
    Stasera non mi sento bene per cui rimando le chiacchiere al prossimo giro.
    Buon week end e ancora grazie.
    Vi adoro!

    RispondiElimina
  3. Posso dire una cosa Annamirka-san? Una cosa che sembrerà assurda eppure per me ha un grande valore. Ho "paura",ho paura perché so che quando finirà questa novel,non solo il mio povero cuore si spezzerà in tantissimi pezzettini perché vorrà di più e sempre di più,ma anche perché non potrò più leggere i tuoi stupendissimi commenti. Adoro le tue analisi sui personaggi,adoro quando parli di Nezumi e Shion,non capirai quanto ma io lo amo. Lo amo davvero,dietro le tue parole vedo una persona saggia e matura,non so quale sia la tua età ma ... onestamente credo di stimarti tanto :'(. E' strano non è che abbiamo mai parlato o altro,ma semplicemente i tuoi commenti mi colpiscono sempre :'D.
    Passando a questa prima parte del capitolo,è stupenda come sempre °A°. Adoro tutto ciò,e come già detto più vado avanti più mi rendo conto di come superficialmente sia stato fatto l'anime,peccato,poteva venir fuori un bel capolavoro.

    RispondiElimina